Nei giorni scorsi a Portopalo di Capo Passero il lido Scialai è stato oggetto di sequestro preventivo da parte della Procura della Repubblica.
La vicenda ha avuto ampia risonanza sui social: la pagina Facebook “Pachino Centro” ha diffuso un video in cui il titolare dello stabilimento, Simone Greco, prende posizione sulla chiusura: “Restiamo chiusi fino a che l’autorità giudiziaria, su cui confidiamo, non si esprima. Come abbiamo già fatto con il distributore di carburante chiuso dal Comune di Portopalo e riaperto dopo aver ottenuto giustizia”.
Greco precisa che, secondo la sua versione, la chiusura non sarebbe legata all’occupazione di suolo pubblico o a modifiche non autorizzate al progetto, ma deriverebbe da una notizia di reato promossa dal comando di polizia locale lo scorso 24 luglio.
Tra le sue parole traspare l’ipotesi di una possibile “matrice politica”, ricordando che il primo scontro con l’amministrazione comunale riguardò proprio la vicenda di un distributore di carburante.
Pur evitando di entrare nei dettagli, che definisce “ingiustificabili”, Greco sottolinea che il lido viene smontato e rimontato da 13 anni con le stesse modalità e che, all’epoca, erano state ottenute le necessarie autorizzazioni:
“Non ho mai commesso reati e rispetto le procedure – ha concluso – e farò di tutto per far emergere la verità”.
Dopo la diffusione del video, è intervenuta proprio Rachele Rocca, sindaco di Portopalo, che ha ritenuto necessario fare chiarezza sulla vicenda: “sono costretta, mio malgrado, a fornire alcuni elementi informativi dopo aver sentito il Comandante della Polizia Locale, oggetto anche lui di attacchi diretti solo per aver svolto il suo dovere”.
La prima cittadina spiega che l’intervento della polizia locale è avvenuto nei mesi scorsi a seguito di segnalazioni da parte di cittadini riguardo presunte irregolarità, tra cui la presenza di una pala meccanica sulla spiaggia.
I successivi accertamenti hanno evidenziato una semplice difformità che, precisa Rocca, “è stata segnalata all’Autorità Giudiziaria di Siracusa, trattandosi di aspetti tecnici che richiedevano la valutazione degli uffici competenti”.
Il primo cittadino aggiunge che, nello stesso periodo, sono stati effettuati altri accertamenti nei confronti di diversi soggetti e che le relative risultanze sono state trasmesse all’Autorità Giudiziaria, ribadendo che il Comune non ha effettuato alcun sequestro.
“Strumentalizzare un simile evento per meri fini politici – afferma Rocca – significa non rispettare il provvedimento della Procura della Repubblica di Siracusa che, verosimilmente, dopo accurate indagini ha emesso l’atto, peraltro impugnabile nelle sedi competenti, che non è stato disposto dal Comune. Preciso, ulteriormente, che anche le imprese riconducibili alla mia cerchia familiare sono giornalmente oggetto di controlli da parte di tutte le autorità, intensificatisi da quando sono stata eletta, e non ho mai proclamato alcunché in proposito, anche quando ho subito un attacco di una violenza inaudita, come riportato dagli organi di stampa e, quello sì, riconducibile alla mia posizione politica. Vile atto per cui è stato anche convocato il Comitato Provinciale di Ordine e Sicurezza Pubblica”.
Infine, Rocca esprime vicinanza ai lavoratori e alle famiglie coinvolte, augurandosi che gli imprenditori possano far valere le proprie ragioni nelle sedi opportune.
“Respingo fermamente ogni allusione ad un attacco politico e ribadisco la fiducia nella magistratura – conclude – Minimizzare un provvedimento penale, presentandolo come un’azione del Comune, significa distorcere la realtà: l’atto è stato emesso da un magistrato della Repubblica Italiana”.
La vicenda resta ora sotto la lente dell’autorità giudiziaria, chiamata a stabilire eventuali responsabilità e a chiarire se le strutture installate rientrino o meno nei limiti delle concessioni.
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