L’europarlamentare M5S Ignazio Corrao ha approntato questo fine settimana un tour di incontri con i produttori agricoli dell’area sudorientale della Sicilia con particolare attenzione al comparto agricolo di Pachino e Vittoria ed a quello agrumicolo con una serie di visite presso aziende agricole anche a Scordia e Francofonte.
“Quello che abbiamo rilevato è una debolezza politica dei rappresentanti italiani dei paesi centristi sui tavoli europei a trazione Partito Democratico – sottolinea Corrao – . Le lettere, i documenti stilati in momenti emergenziali sono rimasti sostanzialmente lettera morta perché il principale responsabile di questo sfacelo è solo il Governo Italiano che ha evidentemente interessi diversi rispetto a quelli dell’agricoltura. Se il Governo italiano (Partito Democratico) fosse capace di stare affianco ai nostri agricoltori cosi come fa per la grande industria agevolando le grandi corporation industriali e bancarie che hanno interessi nel nord’Africa così come la grande distribuzione, probabilmente i nostri agricoltori non sarebbero indebitati sino al collo e parleremo di una economia agricola trainante“.
“La cosa che dobbiamo fare – aggiunge – è informare i cittadini di quello che sta accadendo e fare leva sulle istituzioni europee colmando la imperdonabile vacatio di azione politica che gli esponenti dei partiti centristi stanno perpetrando. Il comparto agricolo siciliano vale circa 4 miliardi di euro ed equivale al 10% di tutta l’agricoltura nazionale, seconda solo alla lombardia con il suo 11%. Parliamoci chiaro, le soluzioni sbandierate i tavoli e le passerelle dei rappresentanti istituzionali di turno, ultimo il Ministro Martina accolto a Palermo con tanto di bandiere gialle sventolanti hanno prodotto Zero in termini di risultato. Il commissario europeo Hogan nel rispondere ad una mia interrogazione circa la Grave crisi agricola in Sicilia: conseguenze della politica estera e degli accordi di libero scambio dell’UE sul prezzo degli agrumi e dei pomodori ha risposto che La situazione attuale del mercato dell’UE dei pomodori è influenzata delle temperature elevate registrate di recente che hanno provocato una maturazione anticipata delle colture e, quindi, una produzione eccessiva sul breve periodo. In base all’esperienza passata, possiamo affermare che la produzione dovrebbe tornare nella norma nel prossimo futuro“.
“Nel frattempo – aggiunge Corrao – per quanto riguarda alcuni prodotti, in qualche Stato membro i prezzi hanno iniziato a mostrare una ripresa. Una risposta tutt’altro che esaustiva che mostra come la politica italiana abbia fallito miseramente e che sia impegnata a difendere interessi diversi rispetto a quelli della nostra agricoltura e non dobbiamo inventarci nulla dato che i risultati di questo disinteresse sono le lacrime dei nostri produttori. Ovviamente il Movimento 5 Stelle in Europa continua ad insistere chiedendo le clausole di salvaguardia che i rappresentanti italiani dei partiti centristi non sono stati capaci di porre all’attenzione della Commissione Europea; l’attivazione dei controlli fitosanitari necessari alle frontiere e sul posto di produzione, così come vengono controllate costantemente le nostre aziende; l’osservatorio permanente dei prezzi al dettaglio in GDO; l’attivazione di un meccanismo per il quale i prodotti IGP e DOP europei possano interloquire direttamente con i Category manager approntando politiche commerciali a vantaggio reciproco e non solo a vantaggio della GDO; controlli serrati direttamente nei punti di approdo dei prodotti extra Ue ad esempio nei porti dove talvolta con taciti accordi tra le autorità preposte, i prodotti vengono tagliati e sofisticati. E poi ancora soluzioni immediate, moratorie per i debiti contratti dai nostri agricoltori con gli istituti di credito o Equitalia e INPS, l’eliminazione dell’Imu agricola, altra batosta che il Governo italiano retto da Matteo Renzi ha inflitto ai nostri produttori; il dimezzamento delle tariffe energetiche ed idriche per l’irrigazione dei nostri campi. Proposte che non possono più aspettare perchè dall’altro lato ci sono cittadini sul lastrico. Capisco l’imbarazzo di taluni primi cittadini che pur credendo in queste necessità appartengono agli stessi partiti politici che hanno creato questi disastri, ma non c’è più tempo per i tavoli, i documenti e le passerelle politiche tipiche degli anni ’70“.
“Per quanto mi riguarda, provo certo imbarazzo nel dover recuperare il danno fatto ai nostri produttori proprio dagli esponenti dei partiti centristi del mio Paese a trazione Partito Democratico, in ogni caso – conclude Corrao – stiamo facendo il possibile per dare voce a chi per necessità lascia il proprio sudore marcire nelle serre pur di non svenderlo”.
E, alle parole di Corrao, non tarda ad arrivare la risposta del sindaco Roberto Bruno. “La informo – spiega Bruno – che la riunione del Consiglio d’Europa dei Ministri dell’Agricoltura si è svolta sì a Bruxelles (ma questo era facile), però in data 14 marzo (e non il 18 come erroneamente ha indicato nella Sua nota in cui ha attaccato i sindaci della fascia trasformata scesi in protesta con i propri agricoltori). 14 marzo dunque: stesso giorno in cui l’intero comparto ortofrutticolo della fascia trasformata siciliana è sceso in piazza per manifestare la disperazione che stanno vivendo le famiglie a causa della crisi. E i sindaci siciliani, proprio quel giorno, erano al fianco dei loro concittadini. Le passerelle di cui parla lei, a diversi livelli, è solo il tentativo, dettato dall’obbligo morale e dal dovere istituzionale di chi governa un territorio, di stare vicino al proprio popolo e trovare soluzioni attraverso quelle che lei apostrofa come chiacchiere, ovvero delle proposte concrete nate dalla stretta sinergia tra agricoltori e amministratori per frenare un’onda lunga di crisi e rassegnazione che rischia di travolgere prima le aziende e poi le famiglie“.
“È giusto e corretto – continua Bruno – ricordarle che grazie al costante impegno e al lavoro di squadra, è stato aperto un tavolo di crisi da parte del ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina: a) è la campagna di promozione e comunicazione “Il mese del pomodoro italiano”, realizzata dall’Organizzazione Interprofessionale ortofrutticola italiana, Ortofrutta Italia, proprio con il patrocinio del MIPAAF su 4 mila punti vendita; b) è l’accordo con l’ABI sulla moratoria sui crediti sulla conduzione agraria, nato per le aziende zootecniche e oggi – grazie proprio alle nostre richieste – esteso anche alle aziende ortofrutticole (a Pachino abbiamo chiesto al CDA della BCC di attuare una moratoria sulla conduzione agraria di almeno 12 mesi sulle aziende ortofrutticole loro clienti); c) è la proposta formale presentata alla Commissione Europea (sempre su nostra proposta) di attivare le clausole di salvaguardia sul Trattato Euromeditereaneo contro la concorrenza sleale dei prodotti stranieri, certificando col MISE (Sviluppo Economico) l’aumento dell’ingresso di prodotto straniero tra dicembre 2015 e gennaio 2016 di circa il 75% (pomodoro) ed il conseguente crollo del prezzo pari a circa il 50% rispetto ad analogo periodo dell’anno precedente“.
“La Giunta regionale ha deliberato lo stato di crisi degli agrumi e del pomodoro – conclude Bruno – misura quest’ultima che serve a suppportare la richiesta del Governo Italiano alla Commissione Europea che spero vivamente quale rappresentante europeo dei siciliani supporti e sostenga anche lei indipendentemente dal colore politico. Abbiamo presentato all’Anci Sicilia una piattaforma operativa in grado di sostenere la produzione locale e la commercializzazione dei prodotti siciliani (nelle mense scolastiche, ad esempio). Tali risultati, mai ottenuti in passato, rappresentano il segnale della massima attenzione regionale e nazionale nei confronti di quanto sta accadendo nel comparto ortofrutticolo. La invito, dunque, ad avere rispetto per gli agricoltori, per le famiglie e per le istituzioni, quando si parla di argomenti così delicati. Non basta andare a visitare una serra per considerarsi rappresentanti di un territorio o per conoscere la portata di una crisi che noi viviamo sulla nostra pelle tutti i giorni. E soprattutto, una volta tanto, riusciamo su un problema così serio ad evitare di “buttarla in politica” come si è soliti fare?“
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