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Pachino, curare i bambini colpiti da ictus: la sfida “hi tech” del medico Giuseppina Sgandurra

Neuropsichiatra infantile, è la responsabile dell’Innovate lab della Stella Maris e ricercatrice dell’Università di Pisa

Un modello innovativo di medicina personalizzata per curare i bambini colpiti da ictus al cervello, facilitandone la riabilitazione dalla paralisi che colpisce uno dei due lati del corpo. Si chiama “Catch-Hemi” ed è un progetto europeo da oltre 730 mila euro, capitanato da un team tutto italiano che fa capo all’Irccs Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa). E a guidare il team di questa ricerca transnazionale è la neuropsichiatra infantile Giuseppina Sgandurra, originaria di Pachino, ricercatrice dell’Università di Pisa e responsabile dell’Innovate lab della fondazione Stella Maris.

Giuseppina Sgandurra dopo la laurea ha frequentato la scuola superiore Sant’Anna di Pisa, per il dottorato di ricerca, ed è diventata ricercatrice all’università di Pisa e responsabile dell’Innovate Lab della Fondazione stessa. Ha studiato con il professor Leonardo Fogassi, del gruppo di Giacomo Rizzolatti (lo scopritore dei neuroni specchio) ed è una delle più promettenti allieve del professor Giovanni Cioni, ordinario di Neuropsichiatria Infantile a Pisa e direttore scientifico dell’Irccs Fondazione Stella Maris.

Giuseppina Sgandurra

Il consorzio internazionale

Il progetto prevede un consorzio internazionale di cui fanno parte, per la parte italiana, il laboratorio di Medicina Molecolare e Neurogenetica della Stella Maris, l’istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e per la parte internazionale la collaborazione avverrà con il Karolinska Institute di Stoccolma, e l’Istituto di tecnologia di Karlsruhe, in Germania, l’Alexandria University (Egitto). Il consorzio comprende, per la parte imprenditoriale, l’azienda Khymeia, le tre maggiori associazioni di famiglie con figli con emiplegia da ictus: la FightTheStroke (UK-ITA), la Fondation Paralysie Cerebrale (Francia) e l’Organizzazione New Vision (Egitto).

Grazie alla creazione di tale consorzio, di altissimo rilievo nello studio del bambino con ictus pediatrico, sarà possibile non solo mettere insieme le diverse expertise che vanno dalla neurologia pediatrica, riabilitazione, genetica, economia, management, statistica, ingegneria, industria, ma anche partire dall’insieme di big data già acquisiti singolarmente che permetteranno di mettere a punto un nuovo modello per la comprensione delle necessità dei bambini.

Il progetto

Lo studio coordinato da Giuseppina Sgandurra è fortemente innovativo: “L’ictus  pediatrico, – spiega il medico – per la sua elevata incidenza e prevalenza, rappresenta uno dei principali disturbi dell’infanzia che necessita di un approccio di medicina personalizzata per ottimizzare la riabilitazione”. Un approccio che il progetto italiano intende applicare anche allo stroke pediatrico. “L’obiettivo principale di Catch-Hemi – prosegue la ricercatrice – è identificare biomarcatori rilevanti provenienti da quattro diverse aree (genetica, valutazione clinica, neuroimaging, analisi cinematica) per creare un nuovo modello paziente specifico per l’ictus pediatrico al fine di ottimizzare e personalizzare il trattamento di riabilitazione”.

Per la parte genetica, verranno applicate nuovissime tecniche di studi genetici per l’identificazione delle varianti patogenetiche, che per la prima volta saranno integrate con gli altri dati per definire profili specifici. La cinematica sarà valutata facendo indossare ai piccoli soluzioni tecnologiche intelligenti (come bracciali con sensori e app per la registrazione della vita quotidiana).


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