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Pachino, è il giorno della sfiducia al sindaco Petralito. Che succede adesso?

Con la sfiducia al sindaco Petralito, verrebbe poi meno il consiglio comunale e i pachinesi sarebbero presto chiamati al voto

E venne il 30 ottobre, che se per alcuni è il giorno che anticipa Halloween a Pachino è una data cerchiata in rosso: stasera in Consiglio comunale arriva la mozione di sfiducia al sindaco Carmela Petralito.

Una mozione dall’esito che appare scontato: firmata da 13 consiglieri comunali su 16, praticamente da buona parte di chi era stato eletto tra le file delle liste che sostenevano la candidatura Petralito nel 2021, potrebbe passare all’unanimità con altri 3 voti favorevoli che arriverebbero dal Pd, partito che ha lasciato le incombenze agli altri, proprio a voler lasciar “prendere le responsabilità” a chi ha sostenuto fino ad adesso l’amministrazione comunale. Per approvarla, comunque, ne servono 11.

Con la sfiducia al sindaco Petralito, verrebbe poi meno il consiglio comunale e i pachinesi sarebbero presto chiamati al voto. Nel frattempo toccherà alla Regione nominare un commissario per gestire il Comune – come successo nella vacatio tra la fine dell’amministrazione Bruno e le elezioni del 2021 – in attesa che si svolgano le nuove elezioni.

E le grandi manovre sarebbero già cominciate, ma tutti se ne guardano bene di parlarne e anche solo di accennarle. Intanto perché bisogna capire quando Pachino tornerà al voto: la prima finestra disponibile è quella primaverile, quando in Italia si voterà per le Europee (il 9 giugno), ma si attende anche di conoscere l’eventuale futuro delle Province (torneranno? Saranno elezioni di primo o secondo livello? Quando si voterà?).

Pachino comunque vada sarà un laboratorio politico anche perché le comunali potrebbero essere un test in vista delle Provinciali (se queste venissero rinviate) o, viceversa, subire le influenze delle consultazioni Europee. E poi ci sono le questioni legate ai leader locali e, in questo caso, il Siracusa gate insegna: il Centrodestra sarà veramente unito nel nome di una ritrovata collaborazione in vista Provinciali, trovando un nome di sintesi (che al momento non c’è) o potrebbe finire proprio come con il capoluogo, con gli Autuonomisti diventati stampella (decisiva) per un candidato (Italia) sostenuto anche da chi a Palermo sta all’opposizione?

Che farà Fratelli d’Italia, che aveva benedetto, prima, spinto alla vittoria, dopo, e disconosciuto, ancora dopo, il sindaco Petralito? E Forza Italia, che aveva un proprio candidato in Corrado Quartarone?

Anche il Pd non vuole stare a guardare, così come i 5 Stelle che, rispetto a quanto succede in provincia, vantavano a Pachino anche un rappresentante in consiglio. Insomma: a Natale si scartano regali, ma anche possibili candidature.


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